Il parco Archeologico di Laos copre un’area di circa 60 ettari e costituisce sicuramente l’area di maggiore interesse storico-culturale dell’intero territorio dell’Alto Tirreno Cosentino, e rappresenta uno dei più interessanti siti archeologici della provincia di Cosenza.
Le ricerche sono state intraprese a partire dagli inizi del secolo scorso, e hanno consentito in varie tappe di riconoscere e ricostruire parte del tessuto urbano di un centro attivo tra la seconda metà del IV e la metà circa del III sec. a.C.La realizzazione del Parco Archeologico risale al 1994 a seguito delle ricerche archeologiche condotte dall’equipe italo-francese volte all’individuazione dell’impianto urbano e allo scavo di alcune case e fa parte di un più ampio progetto di recupero del comprensorio tra i fiumi Lao e Abatemarco. Il sito archeologico è da considerarsi parte importante della storia della ricerca archeologica in Calabria, sia per la data dei primi scavi, tra il 1929 e il 1932, sia per la risonanza di alcune scoperte succedutesi nel tempo.
In particolare la ricchissima “Tomba a camera”, rinvenuta fortuitamente nel 1963, non lontano dalla stazione ferroviaria di Marcellina. Il corredo funerario, comprendente decine di vasi a figure rosse, oggetti in bronzo e metallo prezioso, e una intera armatura in bronzo finemente lavorata, pertinente ad una coppia di aristocratici italici e databile nella seconda metà del IV sec. a.C., è ora conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, in una sala interamente dedicata al restauro dei reperti di Laos, inaugurata nel dicembre 2005.
Cenni storici
Il sito di Laos occupa la parte sommitale del colle di S. Bartolo a Marcellina, ultimo e raro terrazzo marino della zona. La particolare conformazione geologica del territorio, con la presenza dell’unica consistente pianura della costa tirrenica cosentina, ha fatto si che la zona fosse popolata sin dall’epoca preistorica e protostorica, ed in tutti i periodi storici successivi
Secondo Erodoto, gli abitanti di Sibari fuoriusciti dopo la distruzione della loro polis ad opera dei Crotoniati (510 a.C.) fondarono Laos. La città era difesa su almeno tre lati da una cinta muraria a doppia cortina col paramento a blocchi posti di taglio secondo la tecnica “a scacchiera” e lo spazio urbano era organizzato secondo lo schema greco basato a isolati rettangolari con strade perpendicolari.
Successivamente Laos fu conquistata dai Lucani. E a questo proposito le fonti ricordano che nel 389 a.C invano gli abitanti di Thurii (la nuova Sibari) tentarono di riconquistarla.Ma i Lucani riuscirono a difendere la città dall’assalto, e rafforzati dalla vittoria, a diedero vita ad un nuovo stanziamento e ad un nuovo sviluppo della città di Laos, dche portò alla costruzione di nuovi palazzi e al conio delle monete della città
Dopo un progressivo ridimensionamento, il sito risulta abbandonato nella seconda metà del III secolo a.C. probabilmente in conseguenza dei rapporti conflittuali tra Roma e Cartagine, che dovettero profondamente incidere anche sull’economia di tutta la costa tirrenica.
Tour virtuale
Nella parte sud-est dell’abitato, presso l’attuale cimitero, è stata messa in luce un’Area Artigianale caratterizzata dalla presenza di fornaci per la produzione di ceramica, mentre non sono ancora stati riconosciuti gli spazi pubblici e sacri.
Le ultime fasi della ricerca hanno rinvenuto una porzione dell’abitato con importanti strutture, come la “Casa con la Rampa”, così definita per il particolare accesso in lastroni di pietra, e la “Casa col Mosaico”, caratterizzata una pavimentazione a mosaico con una cornice di tessere d’argilla e una parte in tessere di colore azzurrino.
All’interno del Parco Archeologico invece è situato un Antiquarium, edificio adibito a piccola sede museale, dove si possono ammirare numerosi, splendidi reperti rinvenuti nel corso degli scavi.
Grandi e interessanti prospettive si stanno al momento enunciando, per quanto riguarda un futuro di ulteriori scavi e ricerche storiche,oltre che per la concretizzazione del tema dell’archeologia sperimentale e di una probabile Scuola Internazionale per via telematica.
Il sito si può visitare in orari prestabiliti nel periodo estivo, mentre negli altri periodi dell’anno ci si può prenotare presso gli uffici del Comune.
Informazioni e prenotazioni di visite guidate:
Associazione Pitagora 340 3975609 – 0985 920069
Ingresso gratuito

Antonio di sse
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